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Storia della Basilicata

BASILICATA - La selvaggia Lucania
Regione dove continuano a vivere riti secolari che hanno resistito all'industrializzazione e che mantiene una notevole varietà paesaggistica ed un importante patrimonio storico-artistico frutto delle dominazioni che si sono alternate nel corso dei millenni.
La Basilicata, chiamata Lucania fino al 1948, è suddivisa nelle province di Potenza, capoluogo di regione situato nell'area centrale, e Matera, che sorge nella parte più orientale del territorio. La regione confina con la Puglia ad est ed a nord; con la Campania ad ovest; con la Calabria a sud ed è bagnata dal Mar Tirreno a sud-ovest e dal Mar Ionio a sud-est. I rilievi montuosi e collinari superano il 90% del territorio. Le vette più alte sorgono in corrispondenza con L'Appennino lucano, che taglia da nord a sud la parte centro-occidentale della regione. Il Monte Pollino, cuore dell'omonimo Parco Nazionale ubicato al confine con la Calabria, supera i 2.200m di altezza; seguono il Monte Sirino (2.007m) ed il Monte Papa (2.000m). Nella parte più settentrionale, a breve distanza dalla città di Melfi sorge il Monte Vulture, vulcano inattivo che ha dato vita ai due laghi di Monticchio. Le zone pianeggianti sorgono in prevalenza lungo la fascia costiera dello Ionio e lungo il corso del fiume Basento. La pianura più estesa è quella di Metaponto, situata a sud-est e resa coltivabile dopo una vasta opera di bonifica.
I laghi di San Giuliano, Camastra, Monte Cotugno e Pietra del Pertusillo sono stati creati artificialmente per soddisfare il fabbisogno idrico ed energetico della popolazione. Oltre al Basento, i fiumi principali della Basilicata sono il Sinni, il Bradano, l'Agri ed il Cavone. Le spiagge che si affacciano sul Mar Ionio sono a carattere prevalentemente sabbioso, mentre quelle del litorale tirrenico, che supera di poco i venti chilometri di lunghezza, sono ricche di insenature e scogli.

In epoca storica, agli inizi del I millennio a.C. la Basilicata fu abitata dai Lucani (popolazione di stirpe osco-sannita), nome che ancora oggi designa gli abitanti della regione. Nel VII secolo a.C. vi fu la prima ondata della colonizzazione ellenica con la fondazione della città di Siris e successivamente di Metaponto (città dell'esilio di Pitagora), Eraclea e Sibari, quest'ultima in Calabria. Nel corso delle Guerre Sannitiche (IV-III secolo a.C.) iniziò la penetrazione romana nella regione; i Romani combatterono duramente contro i Lucani e le città greche, prima di sottometterli definitivamente dopo la sconfitta di Pirro, re dell'Epiro (275 a.C), e di Taranto (272 a.C). In Basilicata nel corso del III secolo i Romani fondarono due importanti colonie; Potentia (Potenza) e Grumentum. Caduto l'Impero Romano d'Occidente (476 d.C) la Basilicata, dopo il breve dominio ostrogoto, fu governata dai Bizantini (Impero Romano d'Oriente), che diedero il nome attuale alla regione, che deriva dal greco Basilikos, da Basileus, ('imperatore', intendendo l'imperatore bizantino).
Tra il VII e il X secolo buona parte della regione fece parte dei principati longobardi di Benevento e di Salerno, prima di essere riconquistata dai Bizantini ed essere unita al Catapanato d'Italia. Alla metà dell'XI secolo tutta la Basilicata fu conquistata dai Normanni di Guglielmo Bracciodiferro e Roberto il Guiscardo d'Altavilla, seguendo da qui in poi le dominazioni storiche del Meridione continentale: Normanni appunto, Svevi (che con Federico II arricchirono la regione di numerosi castelli), Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Austriaci, la dinastia dei re di Napoli e Sicilia dei Borbone, fino all'unità d'Italia del 1861.
Proprio in conseguenza ed in parte in contrapposizione all'Unità, sorse quel fenomeno storico conosciuto col nome di brigantaggio (che rese famosi i briganti Crocco e Ninco Nanco), duramente represso dall'esercito sabaudo e legato alle condizioni della popolazione contadina, protagonista di numerose rivolte. Nel corso del Novecento parte della popolazione lucana emigrò in cerca di migliori condizioni di vita, causando l'abbandono di alcuni paesi. Nel 1980 buona parte della Basilicata fu colpita dal terremoto dell'Irpinia, che causò numerosi danni.

Il tessuto economico regionale si fonda tradizionalmente sull'agricoltura. La coltivazione di cereali, particolarmente diffusa, ha favorito il primato nazionale nella produzione di avena. Altre colture di rilievo sono costituite da grano, orzo e frumento, mentre nelle aree costiere prevalgono viti ed alberi da frutto.
La presenza di un vasto giacimento di idrocarburi nel sottosuolo della valle del Basento, negli anni Cinquanta del secolo scorso, ha favorito la nascita dell'industria chimica. Il metano ed, in misura minore, il petrolio localizzati in quest'area sono gestiti direttamente dall'ENI. Dal 1994 a Melfi opera il grande impianto automobilistico della FIAT. I restanti stabilimenti industriali della regione sono di piccole o medie dimensioni ed operano principalmente nei settori della meccanica e dei fertilizzanti nell'area di Potenza, negli alimentari e del legno in quella di Matera. Altri stabilimenti di rilievo sono attivi nella produzione tessile, dello zucchero e della carta.
Nonostante la cronica mancanza di infrastrutture ricettive, negli ultimi anni il numero dei turisti che hanno scelto la Basilicata come meta per le vacanze è decisamente aumentato. Le località balneari più frequentate della regione sono Maratea sulla costa tirrenica e Metaponto, Scanzano Ionico e Pisticci su quella ionica. In crescita anche il turismo naturalistico, che si concentra prevalentemente nelle aree del Pollino e del Vulture, e quello culturale, legato ai monumenti delle antiche città della Magna Grecia.

Di particolare interesse storico-artistico l'area archeologica di Metaponto, fondata intorno al VII secolo a.C., dove è possibile ammirare l'intero impianto urbanistico originario, i templi di Apollo e Tavole Palatine. Risalgono invece a periodi successivi i resti della città greca di Herakleia e quelli delle colonie romane di Grumentum e Venosa. Tra i monumenti medievali spiccano la Torre Guevara di Potenza ed il castello di Lagopesole, edificato su iniziativa di Federico II intorno alla metà del XIII secolo. Al periodo della dominazione normanna risalgono anche i fortilizi di Miglionico e Melfi ed il torrione di Tricarico. Da non perdere il fascino primordiale dei Sassi si Matera, con le abitazioni edificate nel tufo nella notte dei tempi.

Il secolare isolamento della regione ha favorito il perpetuarsi di millenarie tradizioni folkloristiche che affondano le radici nel retaggio rurale della popolazione. Gran parte di esse derivano da antichissimi rituali di fecondazione della natura, come nel caso del Maggio di Accettura o in quello della celebrazione della Madonna di Fonti a Tricarico. Anche la manifestazione forse più caratteristica della regione, la festa della Bruna di Matera (in programma all'inizio di Luglio), risente dei rituali più ancestrali della cultura popolare: il momento più atteso della celebrazione è quello della distruzione del carro di cartapesta sul quale viene adagiata la statua della Madonna, come in un eterno rincorrersi di dissoluzione e rigenerazione.


Tratto da enciclopedia contemporanea “I COMUNI D'ITALIA” I° volume editore Pubbliedi srl


IL PALAZZO DEGLI UFFICI SUI RUDERI DEL
VECCHIO CASTELLO FEUDALE DI
CORLETO PERTICARA


STEMMA DI CORLETO PERTICARA

Corleto Perticara
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Corleto Perticara (Curlét in dialetto corletano) è un comune di 2.712 abitanti [1] in Provincia di Potenza. I residenti sono distribuiti in 1256 nuclei familiari, con una media per ciascuno di essi di 2,13 componenti. Il capoluogo, raggiungibile unicamente attraverso l'obsolescente SS 92 dell'Appennino Meridionale, dista 61 km. La località marittima più vicina è Policoro, distante 70 km e raggiungibile percorrendo l'agevole Strada provinciale 2 Saurina fino al suo innesto, dopo 30 km, con la SS 598 di Fondo Valle dell'Agri e di lì proseguendo verso la costa jonica. Lambito dai torrenti Fiumarella, Cerreto, Favaleto e dal fiume Sauro a carattere torrentizio, rientra nella categoria altimetrica della montagna interna.

Geografia fisica
Adagiato sulla dorsale interna dell'Appennino Lucano, Corleto Perticara consta di un agglomerato urbano posto a circa 750 m s.l.m. e di innumerevoli casupole e masserie sparse nell'agro, su un territorio compreso tra i 510 e i 1.300 m s.l.m., con un'escursione altimetrica di 790 metri. L'aria risulta secca e salubre, con una frequenza media annua delle precipitazioni compresa tra i 70 e gli 80 giorni. Innumerevoli sono le sorgenti d'acqua, come ricco e vario appare il patrimonio boschivo, con la presenza di rigogliose foreste di cerri, faggi e abeti bianchi, fustaie di latifoglie con specie quercine, castagneti, noccioleti, fustaie di conifere e cedri. Di opposta bellezza sono gli aspri calanchi che si fanno largo verso sud-est, lì dove l'alternanza di formazioni calcareo-marnose e arenaceo-marnose cede decisamente il passo a formazioni mioceniche di argilloscisti grigi e rocce pelitiche.

Storia
Sulle origini
Della Terra di Corneto detto Perticara e della Guardia
« Viene in competenza con altri celebri luoghi di questa Provincia di Lucania Corneto picciol Castello, non per altro che per alcuni notabili avvenimenti quivi accaduti. È questa Terra logata su di uno Colle, e ne' passati Secoli era Ella alquanto munita di Mura e Torri fabbricate all'antica: e giace fra le Terre della Guardia, e di Laurenzana.
Il primo avvenimento che quivi accadde fu circa l'anno 1194, in cui l'Imperador Errigo, detto l'Aspro, figlio dell'Imperador Federigo Barbarossa, perseguitando in questo Regno il Regal Sangue de' Normanni, e i di loro amici e fautori, supponendo tutto il Regno a se doversi, come Marito di Costanza Cugina di Guglielmo Re di Cicilia, e unica erede di quel Regno, inviò Rugiero Conte di Andria, ed Errigo Testa suoi Capitani nella Puglia e Basilicata, e quivi spopolarono molti luoghi; ma il furore delle di loro armi, non altrove che in questa Terra di Corneto fece la maggior stragge, imperocché restò affatto desolata, obbligati i Paesani a sloggiare dalla di loro Patria. [...] »
(Costantino Gatta, 1732[2]. )

In assenza di una ricerca storica e archeologica metodica ed articolata sul territorio e date anche le scarse testimonianze documentarie quantomai rare, frammentarie e occasionali, non abbiamo notizie certe sulla storia antica di Corleto Perticara, le cui origini vengono fatte risalire al XII secolo.
Le origini del nome Secondo lo storico Giacomo Racioppi il toponimo deriva dal latino cory?letum (bosco di nocciuoli); quanto a Perticara, si tratta di una specificazione ufficialmente assunta con il Regio Decreto 1196 del 4 gennaio 1863, che riprende il nome del Castrum dictum Perticarii, che gli eruditi facevano corrispondere ad una antica colonia romana chiamata Perticaria, il cui sito viene individuato nelle rovine sull'apice del rilievo tutto scosceso di Serra Perticara, prospiciente l'attuale centro abitato.

Il primo nucleo abitativo sorse attorno a un massiccio fortino posto in posizione strategica, la cui edificazione è ascritta ai Normanni, all'epoca della loro espansione nell'Italia meridionale. Di quella roccaforte, andata pressoché distrutta con i bombardamenti statunitensi durante la ritirata tedesca del 1943 e in seguito pesantemente rimaneggiata, perdurano soltanto tre arcate, qualche porzione di muro perimetrale e una profonda cisterna sotterranea interna. Sui suoi ruderi intorno al 1990 è stato edificato il Palazzo degli Uffici ove ha sede il nuovo Municipio che campeggia, come un tempo, sul paesaggio circostante. Dietro al castello feudale rimane un irto pendio, mentre tutto davanti ad esso era un profondo fossato con funzione difensiva contro le incursioni esterne: ancora oggi i corletani usano indicare la grande Piazza del Plebiscito, antistante il vecchio castello, come la Piazza del Fosso.


La storia di Corleto Perticara, similmente a quella delle comunità intorno, è caratterizzata da un incessante processo di conquiste e colonizzazioni. Assoggettati nel corso dei secoli a più dominazioni, i corletani sono passati da un feudatario all'altro, senza mai consolidarsi in stabili strutture economiche, sociali e politiche: ai Normanni succedettero i Suebi, poi gli Angioini e gli Aragonesi; nel Cinquecento, sotto l'imperatore Carlo V, il feudo passò ai De Castella per diventare, a cavallo del Seicento, marchesato di Casa Costanzo. Nel 1659 passò quindi ai Riario, i quali conservarono il potere fino alla fine del sistema feudale.
Largo (Carmine e Tommaso) Senise
Negli anni successivi, del dominio borbonico, Corleto Perticara fu un attivo centro liberale e assunse una posizione di primo piano nell'insurrezione lucana contro quella dinastia, che dopo una lunga cospirazione fu dichiarata decaduta il 16 agosto 1860, in una gremita Piazza del Fosso rinominata quel giorno in Piazza del Plebiscito. La toponomastica del paese ci rammenta bene i giorni del Risorgimento: Via del Comitato (dalla sede degli insorti contro la dinastia borbonica), Via 16 agosto, Via Camillo Boldoni (colonnello cavouriano), Sopportico della Bandiera; e poi Via Giacinto Albini, Largo Senise, Corso Pietro Lacava, in riferimento ai patrioti protagonisti dell'insurrezione lucana antiborbonica.
Dopo il 1860, il fenomeno del brigantaggio postunitario attraversò anche Corleto Perticara; gli oppositori del processo di unificazione dell'Italia arruolarono tra le proprie truppe i corletani Leonardo Brigo, Maria Gallicchio, Pasquale Cavalcante, Vito Francolino.
Durante il secondo conflitto mondiale il paese venne gravemente danneggiato dai violenti bombardamenti aerei degli Statunitensi sui Tedeschi in fuga: il 60% delle abitazioni fu abbattuto, interrotti per lungo tempo i servizi elettrici ed idrici. Enorme fu lo sforzo umano ed economico per la ricostruzione del paese, ufficialmente terminata nel 1978.


Monumenti e luoghi d'interesse
Luoghi di culto

Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta, davanti alle ampie scalinate di Via Gorizia. Costruita nel Seicento su un impianto precedente, subì ingenti danni con i bombardamenti aerei della Seconda guerra mondiale. Presenta una facciata moderna a mattoncini in cotto a vista, impreziosita da tre rilievi in stucco, eseguiti nel 1966 dal pittore e scultore Sebastiano Paradiso, in occasione del suo restauro; posti nelle lunette a ogiva che sormontano i portali in pietra chiara, essi raffigurano San Francesco, la Madonna con cherubini e San Rocco. Degni di menzione i portoni in legno intarsiato. Il campanile, a due ordini, termina con una cupola arabeggiante. L'interno, a tre navate, conserva notevoli altari di marmi policromi, un coro intarsiato di scuola napoletana del Seicento, tele del Settecento e affreschi novecenteschi sul soffitto della navata centrale e nell'abside;
Chiesa Nuova di Sant'Antonio da Padova, dall'imponente facciata in pietra di Teggiano; fu edificata nel 1958 in Via Trento, nelle adiacenze di una vecchia chiesa del Convento completamente rasa al suolo nel corso della seconda grande guerra;
Cappella di Santa Domenica, la più antica del paese, nel cuore del Rione Costa dalle viuzze quantomai anguste;
Chiesa della Madonna di Saulo la cui festività ricorre la prima domenica di maggio e poi la prima domenica di settembre.


Monumenti

Resti del Castello Normanno, ora Palazzo degli Uffici nonché sede municipale;
Fontana vecchia in Corso Pietro Lacava, tutta in pietra, con due abbeveratoi ai lati e volute sul frontone, che porta la seguente dicitura: I cittadini riconoscenti al Municipio che attuava un desiderio annoso di un fonte pubblico dedicano questa pietra dichiarandolo benemerito della patria - Corleto Perticara 22 ottobre 1863.


Luoghi naturali

Fontane, sorgenti d'acqua, folto bosco di Sant'Elìa;
Località Pietra Iaccata: in un'area boschiva incontaminata lungo la Strada Statale 103 di Val d'Agri, una sorgente sgorga da una fenditura nella roccia a 1.100 m s.l.m.


Cultura
Biblioteche

La biblioteca comunale "Michele e Pietro Lacava" è sita in Via Zanardelli, nel centro del paese.
La "biblioteca del libro lucano" ha la sede in Via Nazionale, 159 www.bibliotecalucana.it


Istruzione
Scuole

Il comune è dotato di una scuola materna pubblica, una scuola primaria (mentre erano due fino all'anno scolastico 2007/2008), una scuola secondaria di primo e una di secondo grado, l'istituto tecnico industriale statale A. Einstein, con sede centrale in Potenza.
Personalità legate a Corleto Perticara [modifica]
Personaggi illustri ebbero i natali in Corleto Perticara, perlopiù legati al periodo storico del Risorgimento:
I fratelli Michele Lacava (1840-1896) e Pietro Lacava (1835-1912). «Dottore in medicina» il primo, «versatissimo nella storia, in archeologia, in economia politica, in credito popolare, in igiene, in opere pie e strade ferrate [...][4]»; uomo politico il secondo, più volte ministro del Regno d'Italia.
I fratelli Carmine Senise (1836-1918) e Tommaso Senise (1848-1920). Il primo, capo di Stato Maggiore delle forze insorte contro i Borboni e poi senatore del Regno d'Italia; il secondo, medico, fu prima deputato e poi — dal novembre del 1901 — senatore della monarchia sabauda.


Economia

La vocazione produttiva tipica è costituita dall'attività agricola e zootecnica, mentre è molto basso il tasso di industrializzazione, con attività concentrate prevalentemente nel campo dell'edilizia, con la carpenteria metallica e in legno e con la produzione di calce e calcestruzzo, e nel campo dell'artigianato tradizionale, con la lavorazione della pietra, del legno e del ferro. La Statistica Murattiana (1811) del Regno di Napoli ci segnala che all'inizio del secolo romantico a Corleto Perticara si producevano ottimi vini, latticini, tele in lino per uso di camicie e lenzuola e legname da costruzione.
A fronte delle considerevoli risorse ambientali, ecologiche ed enogastronomiche naturalmente presenti sul territorio, il turismo ambientale rappresenta solo una potenzialità di sviluppo, così come è ancora tutta da valorizzare la ricchezza storico-archeologica.
Uno scenario affatto nuovo si è tuttavia aperto per la comunità di Corleto Perticara nel 1989, con la scoperta di un vasto giacimento petrolifero che si estende in superficie per circa 30.000 ettari di terreno boschivo a nord-est dell'abitato, ampiamente sfruttato già dal 2001 nella produzione di energia eolica.

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